Tutti i professori hanno un repertorio segreto di domande d’esame al quale attingono quando vogliono mettere in difficoltà uno studente, e magari farlo fuori.

Una di queste domande me l’aveva suggerita un professore amico che era esperto di impianti sportivi, anche perché era stato un ottimo atleta, e poteva sembrare piuttosto spiazzante per un esame di progettazione.
– Quanto deve essere lungo il banco del bar di uno stadio?

Pensandoci a mente fredda, non era poi una domanda così difficile, ma nella tensione dell’esame poteva diventare letale.

Per rispondere, la prima cosa da fare era porre alcuni riferimenti ipotizzando una situazione tipo. Normalmente in uno stadio ogni settore di posti ha il suo bar, e se immaginiamo che in un settore di 3000 posti il 25% delle persone prenda il caffè durante l’intervallo di una partita, per soddisfare il servizio il bar dovrebbe fornire 750 caffè in 15 minuti, cioè 50 caffè al minuto. Il tempo medio di una consumazione può variare a seconda del tipo di servizio, dei fattori ambientali ecc., ma possiamo stimare che uno spettatore consumi il suo caffè in 45 secondi.
Siccome in 15 minuti ci sono 900 secondi, e 900 diviso 45 fa 20, si poteva stimare che ogni 45 secondi si presentassero al banco 20 persone; e perciò, se ad ognuna assegnamo uno spazio di 60 cm, la lunghezza del banco sarà di 60 cm x 20 = 12 metri.
Questo poteva essere un risultato medio: a seconda di altre valutazioni su come poteva essere organizzato il servizio e sulle capacità degli addetti si potevano poi ipotizzare degli aggiustamenti stando un po’ più larghi o un po’ più stretti, e anche tollerare qualche coda.

In genere gli studenti che assistevano agli esami ascoltavano con interesse quelle piccole lezioni estemporanee. L’interrogazione si risolveva infatti nella dimostrazione di capacità di risolvere casi di dimensionamento non soggetti a particolari norme, e il risultato era ottenuto con ragionamenti empirici, frutto di valutazioni diverse e in larga parte probabilistiche, che dovevano essere adattati alle situazioni con tutte le varianti e gli aggiustamenti possibili, risultando anche applicabili a situazioni simili.

Se ci pensiamo bene, infatti, quel ragionamento era lo stesso che doveva fare il signore di un castello per valutare se poteva difendere le sue mura merlate, o il sanitario che doveva dimensionare i campi di sepoltura del cimitero comunale, o il gestore di un ristorante per i tavoli da servire e così via.

Così, vedendo una coda ad un casello autostradale, ad una biglietteria o ad un posto di vaccinazione, ci si può chiedere se le persone che li hanno progettati hanno fatto un esame di Caratteri Distributivi, e che voto hanno preso.