Il primo ospedale di Firenze era intitolato a San Giovanni Evangelista e fu costruito nel 1040 tra il Battistero e la cattedrale. Oggi sembra incredibile che in quello spazio così ridotto si costruisse un edificio, eppure la notizia è certa e documentata: l’ospedale era proprio lì, e dava molta noia, tanto che tutti in città, compreso Dante, ne chiesero a lungo la demolizione, che però arrivò solo nel 1298.

Per trovare una spiegazione per un fatto così illogico, per prima cosa possiamo guardare le piante di Firenze antica per avere una idea della posizione e delle dimensioni dell’edificio. Considerando di lasciare un minimo di spazio davanti alla cattedrale, si vede che l’ospedale poteva occupare un’area di circa 5 x 30 metri, cioè come 5-6 stanze affiancate; era quindi un ospedale atipico, perché allora di norma gli ospedali si costruivano intorno a un chiostro, cosa qui impossibile dato lo spazio ristretto. L’adattarsi al luogo rinunciando alla forma tipica ci fa capire che si voleva proprio occupare quell’area, altrimenti se ne poteva cercare un’altra più adatta al di là delle vicine mura, dove non ci sarebbero stati problemi di spazio.

Se poi ci chiediamo come poteva essere fatto l’edificio, dobbiamo tenere presente che un ospedale a quel tempo era qualcosa di molto diverso da quello che si intende oggi: era solo un ricovero per poveri e malati, senza avere nessuna finalità di cura.
Che fosse un edificio estremamente semplice ce lo indica il fatto che negli ultimi tempi fu usato come magazzino, e siccome nei vari scavi fatti ai tempi nostri non sono state trovare tracce delle sue fondazioni, che dovevano quindi essere state minime e superficiali e sostenere poco peso, si può dedurre che aveva solo il piano terra, il tetto in legno ed era stato eretto senza nessuna cura, probabilmente in fretta.

Ma soprattutto è significativa la scelta della collocazione a ridosso del Battistero, da cui distava solo un paio di metri, perché creava di fatto lo sbarramento della porta est. Questo ci offre la chiave per la spiegazione che cerchiamo, perché è evidente che ciò esprime una volontà di separazione tra i confinanti. E infatti questi erano in lite tra loro: da una parte il vescovo simoniaco, che aveva il possesso del San Giovanni (sul quale è probabile che esistessero anche rivendicazioni del Comune), e dall’altra i canonici della cattedrale che invece avevano la cattedrale ed erano sostenitori della riforma della chiesa.

Si capisce così che quella che oggi è la porta del Paradiso aveva per il vescovo un ruolo strategico perché rivolta verso la cattedrale, alla quale lui voleva collegarsi per tornare ad averne il controllo.
E invece quella porta venne allora resa inutilizzabile, e lo rimase a lungo: si sa infatti che per il culto e le cerimonie si usava  la porta sud, dato che l’ingresso originario a ovest era stato chiuso per creare l’abside e la porta nord non era adatta alle processioni e ai riti perché troppo a ridosso delle mura.

Quindi in conclusione la costruzione dell’ospedale prefigurava in sostanza questa situazione: il vescovo voleva creare un rapporto tra il San Giovanni e la Santa Reparata ma i canonici che avevano il possesso di quest’ultima si opponevano.
L’ospedale era una specie di segnaposto della loro proprietà e dei loro diritti; e anche un dispetto al vescovo. Ed era anche significativo che lo avessero intitolato a San Giovanni Evangelista, quasi a voler creare un’alternativa all’altro San Giovanni lì accanto.

Dopo pochi anni, nel 1059, l’intervento di papa Niccolò II avrebbe riportato un po’ di ordine in una situazione davvero complicata; ma l’opposizione alla rimozione dell’ospedale fu comunque ostinata e durò due secoli e mezzo, a dimostrazione della volontà di non rinunciare ai propri diritti da parte dei canonici. Credo che questa resistenza si spieghi col fatto che essi dovevano essere rappresentanti di un clero minore che fu presente per secoli a Firenze, e che non voleva rinunciare ai diritti che si era procurato provvedendo alla cura dei fedeli nei lunghi periodi in cui il vescovo era stato assente; ma questo è un approfondimento di competenza di chi studia la storia della chiesa fiorentina.

Nel pavimento della piazza oggi sono visibili davanti alla cattedrale i segni della posizione delle colonne del portico di Santa Reparata, le cui fondazioni furono trovate in alcuni scavi del secolo scorso.

Planimetria dell’area di piazza del Duomo con indicata la posizione del Battistero di San Giovanni, quella dell’attuale cattedrale di Santa Maria del Fiore e, in grigio, quella dell’antica cattedrale di Santa Reparata. In azzurro è indicata la probabile posizione dell’ospedale di San Giovanni Evangelista, e in giallo l’allineamento delle mura della città romana; il transetto sinistro di Santa Reparata sembra in parte sovrapporsi ad esse, ma si tratta di un ampliamento medievale. Nella planimetria sono indicati anche alcuni scavi archeologici fatti sotto e intorno al Battistero, mentre la sagoma della Santa Reparata comprende anche il portico della facciata, del quale è segnata la posizione delle colonne.
(Dal rilievo di C. Pietramellara)