In un appartamento del centro storico di una bella città viveva una famiglia che aveva un grande problema, perché la piccola figlia, per le sue minorazioni, era costretta a passare i giorni sempre in casa. Del mondo esterno, a parte le solite banalità della tv e qualche uscita quando necessario, conosceva in pratica solo quello che poteva sbirciare dalla finestra, che si affacciava su una via piuttosto frequentata e da cui si intravedeva l’angolo di una piazza alberata, sempre animata e vivace.
Un giorno il padre pensò che un balcone avrebbe permesso alla figlia di sentirsi un po’ partecipe di quella vita, quasi di uscire e andarle incontro. Si rivolse perciò a un tecnico, ma fu deluso: le norme comunali non prevedevano in quella zona modifiche alle facciate dei palazzi antichi. Non per questo si arrese: fece domanda al Comune per esporre il suo problema e il giorno fissato si presentò alla Commissione Edilizia.

Di fronte al caso umano, la Commissione non se la sentì di respingere la richiesta, come pure sarebbe stato inevitabile applicando alla lettera le norme. Alla fine decisero di proporre una deroga per il caso, ma con precise condizioni: un’adeguata certificazione medica, un progetto esteticamente idoneo e infine l’impegno al ripristino, registrato con atto notarile, quando fosse venuto meno lo stato di necessità.
Dirigenti, assessori, sindaco, nessuno obiettò, e così il permesso fu accordato, il balcone fu costruito e la piccola poté passarvi ore serene.

Sulla scia di questa felice esperienza, qualche tempo dopo fu risolto anche il caso di un disabile che abitava alla periferia della stessa città, in una casupola il cui minuscolo bagno era situato a mezze scale, che lui doveva salire a forza di braccia; per cui gli fu consentito un piccolo ampliamento al piano terreno, occupando qualche metro quadro nel suo cortiletto per costruirvi un servizio igienico.

Tutto bene insomma: tecnici e amministratori avevano dato ascolto a ciò che suggeriva il buon senso (e il cuore), senza dubbio forzando le norme, ma con la massima trasparenza e ponendo precise condizioni alle piccole deroghe. Credo però che oggi tutto questo non sarebbe stato possibile con le procedure telematiche che il progresso ha imposto per le pratiche edilizie, e non solo per esse.