Molti hanno cercato di capire che cosa stava sopra le fondazioni trovate al centro del Battistero, che corrispondono all’area del pavimento priva di marmi.
L’interpretazione prevalente è che ci fosse un fonte battesimale, ma è un’idea che non ha nessun senso dal punto di vista costruttivo: sarebbero fondazioni estremamente sovradimensionate per reggere un peso minimo, e il grande architetto del Tempio-Battistero non poteva essere così sprovveduto da fare errori così grossolani, tali che non avrebbe fatto nemmeno l’ultimo dei suoi manovali. Questa idea insomma è un’offesa alle sue capacità; e non parliamo di altre idee ancora più sbagliate.
Se invece quelle fondazioni sostenevano la colonna-trofeo della ‘statua di Marte’ e la sua edicola a colonne tutto risulterebbe costruttivamente logico e perfettamente proporzionato.
Dunque le fondazioni suggeriscono non un fonte battesimale ma un’edicola tropaica; e la curiosità ci spinge a cercare di immaginare come poteva essere fatta questa edicola.
Così ne ho tentato una ricostruzione, aiutandomi anche con l’immagine con cui Vasari in Palazzo Vecchio rappresentò il Tempio di Marte nella sua forma originaria. Ma se Vasari sbagliò perché il Tempio in origine non poteva essere fatto così, la forma da lui immaginata è invece perfettamente congruente con le fondazioni di cui si parla ma che lui al suo tempo non poteva conoscere. È un caso? Oppure Vasari aveva qualche documento da cui attinse quelle forme? O forse gliele suggerì Borghini sulla base di un documento che aveva lui?
Non lo sappiamo.
Però intanto le fondazioni qualcosa ci suggeriscono; e ne risulta un’immagine affascinante.
Al centro del Tempio di Marte doveva esserci un’edicola tropaica non molto dissimile da questa immagine. La parete della scarsella non è rappresentata perché al tempo quello era l’ingresso, che si apriva verso il cardo maximus cittadino. La colonna con la statua di Marte che si vede al centro è la stessa che oggi sta in piazza della Repubblica.
Le fondazioni centrali come apparirebbero se fossero visibili. In questo schizzo sono state soprelevate di circa 90 cm dal pavimento perché sicuramente l’edicola originaria era rialzata di qualche scalino.
Le fondazioni dell’ipotizzato fonte avrebbero avuto delle dimensioni grossolanamente sbagliate: quelle della balaustra (1) sarebbero state di larghezza uguale a quelle che sostengono le colonne (2), e quelle del plinto (4) sarebbero state addirittura più larghe di quelle perimetrali che reggono la cupola (3).
Piante degli scavi e del piano terreno. Le fondazioni centrali sono un anello ottagonale e un plinto quadrato.
Ricostruzione del fonte battesimale medievale fatta nel 1921 in occasione dei festeggiamenti danteschi.
L’antico fonte battesimale del San Giovanni doveva essere simile a quello che si vede nel Battistero di Pisa, e il suo peso era senza dubbio molto modesto. Si notino i pozzetti “fatti per loco d’i battezzatori” uno dei quali fu sfondato da Dante per salvare un bambino che vi stava affogando. L’officiante stava al centro e amministrava il battesimo passando in successione da un pozzetto all’altro.
Questo primo mio tentativo di ricostruzione della possibile forma dell’edicola tropaica, costituita da sole colonne, aveva alcune incongruenze con i reperti delle fondazioni, per cui successivamente l’ho dovuta correggere.
Particolare del dipinto della fondazione di Firenze di Vasari e Stradano nel soffitto del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio con rappresentato il Tempio di Marte originario. L’immagine non è congruente con l’effettiva costruzione dell’edificio ma con le fondazioni centrali trovate nel Battistero, per cui l’edicola del trofeo poteva avere una forma molto simile a questa.