Come accade per tutto il Battistero, anche i singolari dipinti che decorano le pareti dei matronei non si sa chi li ha fatti né quando.
Secondo gli studiosi di oggi devono essere romanici, dato che stanno su quelli che secondo loro sono muri romanici, però su questo parere è lecito nutrire qualche dubbio, anche perché quei dipinti non rappresentano soggetti religiosi, ma laici: solo animali e figure geometriche, tutti rigorosamente in bianco e nero. Un’eresia artistica per un edificio cristiano romanico. Non ci sarebbe da meravigliarsi se dopo le prime pennellate il pittore fosse stato immediatamente licenziato e severamente punito. Invece gli fu permesso di continuare il suo lavoro senza essere cacciato a pedate nel sedere, e di decorare tutte le pareti, anche se poco tempo dopo si cominciò a coprire tutto con coloratissimi mosaici di santi e profeti religiously correct.
Ha una logica tutto questo? Non mi pare.
Se invece i muri non fossero romanici si potrebbe raccontare tutta un’altra storia. Eccola.
Il Battistero era un ‘Tempio di Marte’ del V secolo e costò un’esagerazione. Verso la fine dei lavori la pur prospera colonia di Florentia finì in bolletta, e per completare l’interno spendendo poco invece dei rivestimenti in marmo si pensò di fare dei dipinti che da lontano potessero sembrare marmi bianchi e neri. Però a quel tempo i pittori costavano molto cari e se ne avevano pochi a libro paga; allora, siccome l’impresa era sulle spese e il tempo di consegna stringeva, si assunse qualche ragazzotto di buona volontà perché s’impegnasse a scarabocchiare qualcosa di decente sotto la guida di un pittore esperto.
Il maestro si dette da fare cercando di sollecitare la fantasia dei raffazzonati discepoli; se però dipingeva un bel rapace, l’allievo non andava oltre le paperette, e se faceva un’elegante composizione di racemi geometrici aveva in risposta solo qualche sbilenco ghirigoro. Tutto ciò era frustrante, ma quello era il livello dei primi pittori fiorentini: praticamente zero. All’orizzonte non si profilava ancora nessun Cimabue.
Da dove venivano i pittori bravi ce lo dicono gli avvoltoi che si vedono in un coretto a nord ovest, evidentemente dipinti a memoria perché è piuttosto improbabile che li avessero catturati a Monte Morello e ora stessero in gabbia a far da modelli. Quelli erano avvoltoi delle montagne mediorientali da cui quei pittori provenivano. Mediorientali come i marmisti, l’impresa, l’architetto.