«L’architetto è un muratore che ha studiato il latino».
Questa famosa definizione di Adolf Loos oggi dovrebbe essere aggiornata, perché quella figura di architetto, proprio come il latino, ormai non esiste più. E nemmeno quell’architettura.
«L’architetto era un muratore che aveva studiato il latino».
Ultimo post pubblicato: Il disegno dell’architetto 1 – 2
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Presentazione
Questo sito riflette i miei interessi e le mie attività, che non sono solo professionali.
Sono nato a Firenze nel lontano 1942, e anche per questo mi considero fortunato, perché nascere e crescere nella Firenze di quegli anni è stata obiettivamente una grande fortuna.
Dopo aver potuto ricevere una buona istruzione grazie ad alcuni insegnanti bravissimi (non molti), mi sono laureato in Architettura nel 1969 insieme a un amico al quale devo molto, quasi tutto, anche perché mi fece entrare nello studio del padre, architetto bravissimo e persona straordinaria, che mi accolse come un figlio, e lì ho potuto cominciare a fare la professione.
Ho poi lavorato 50 anni senza fare cose memorabili, ma anche senza combinare troppi disastri. Ho fatto edilizia civile, soprattutto case (lo aveva previsto una mia zia che si divertiva a fare le carte!), e poi recuperi, restauri, qualche edificio specialistico, perizie. Ho anche fatto parte di commissioni e consigli.
Parallelamente, per più di 40 anni ho insegnato nella Facoltà di Architettura di Firenze occupandomi di progettazione e di edifici storici. In particolare ho tenuto a lungo un corso di Caratteri Distributivi degli Edifici, in cui insegnavo a fare progetti funzionali e sicuri, mentre nella Scuola di Specializzazione per i Beni Architettonici e Ambientali mi sono occupato del recupero degli edifici antichi.
In generale, il rapporto con la Facoltà è stato di amore e odio. Oddio, sono parole grosse: diciamo calore e freddezza. Calore, cioè amicizia, anche profonda, con alcune persone che amavano davvero l’architettura e l’insegnamento; freddezza verso altre che miravano solo alla carriera o facevano perdere tempo a tanti giovani negli anni migliori della loro esistenza (e denaro alle loro famiglie), fornendo insegnamenti scadenti, inutili, devianti. O nessun insegnamento.
Con gli studenti ce l’ho messa tutta e credo di avere fatto il mio dovere, anche se con qualche flop. Una volta ad esempio uno di loro mi chiese di assisterlo in un progetto per un concorso, ma era un tema su cui non sapevo gran che, e mi vergognai ad ammetterlo, per cui mi defilai e lui la prese male.
Oggi infine stavo per credere di avere cominciato a capire qualcosa, ma i cambiamenti epocali in atto mi hanno convinto che non è proprio il caso. Così faccio questo sito per passatempo, più che altro pensando ai miei amici e ai miei studenti, che sono stati moltissimi e si trovano sparsi in tutto il mondo. Ogni volta che nel mio archivio mi imbatto in qualcosa di loro, anche se ormai è passato molto tempo, tutto ritorna presente.
Anche in questo sono stato fortunato.